domenica 25 marzo 2012

Discriminazione, giornali e parole

Il 21 marzo si è celebrata la Giornata internazionale contro la discriminazione razziale: in questo stesso giorno, nel 1960, si perpetrava il massacro di Sharpeville, in cui 69 dimostranti furono assassinati durante una manifestazione di protesta non violenta contro il regime sudafricano dell'apartheid. 

Ma la discriminazione razziale si costruisce e si perpetua anche con le parole. Quelle che usiamo per indicare una nazionalità, uno stile di vita, uno status presso l'ufficio immigrazione.

E' per questo che è nata la carta di Roma, documento voluto dalle organizzazioni dei giornalisti per autoregolamentare il "trattamento delle informazioni concernenti i richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta ed i migranti nel territorio della Repubblica Italiana ed altrove".

Per evitare di usare parole sbagliate, di saltare a conclusioni errate, di generalizzare su una materia delicata. E' di pochi mesi fa la videnca dell'incendio di un campo nomadi a Torino, a seguito della denuncia di una sedicenne che si era inventata uno stupro da parte di due rom.

Ci siamo occupati della questione nel 2009, subito dopo la firma della carta, intervistando una dei fondatori dell'osservatorio "Occhio ai media", questa settimana ci siamo domandati se in questi anni è cambiato qualcosa.

Ascolta la puntata di Zarathustra andata in onda sabato 23 marzo alle 18,05, su Radio Italia anni '60 - Emilia Romagna.


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Seconda parte



Ascolta Radio Italia anni '60 Emilia Romagna.



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