domenica 8 novembre 2009

Contessa, si spieghi meglio

A Bologna due docenti sono indagati per il tentato suicidio di uno studente 13enne avvenuto giovedì mattina nell'istituto 'Maestre Pie dell'Addolorata'. Il pm Giuseppe Di Giorgio ha iscritto la preside della scuola e la professoressa che quella mattina aveva visto il ragazzino e altri suoi compagni in possesso di sigarette in un bar nei pressi dell'istituto. Il reato ipotizzato è l'abuso di mezzi di correzione e disciplina da cui sono derivate delle lesioni.

Isabella Bossi Fedrigotti oggi sul Corriere della Sera scrive che "Non è forse per la vita, e non per la scuola, che si dovrebbe imparare fin da giovanissimi a fare a meno del fumo? E non è questo un ragionamento che, pur nella loro disperazione, perfino gli infelicissimi familiari del povero ragazzo potrebbero, in fondo, comprendere e forse anche condividere?
È stato detto che l’iscrizione nel registro degli indagati è una decisione presa anche a garanzia di preside e professoressa affinché possano nominare un loro avvocato di fiducia. E dalla Procura è giunta assicurazione che il metodo educativo dell’istituto scolastico in questione è del tutto estraneo all’indagine. Resta, tuttavia, la sensazione che il compito degli educatori risulti da oggi ancora più difficile e ancora più limitato il loro campo d’azione".

Un tredicenne è in coma per essersi lanciato dalla finestra dell'ufficio della preside, dove a quanto pare si trovava per una storia di sigarette. Il portavoce della Procura si Bologna ha precisato che "è assolutamente estraneo all'indagine ogni sindacato sul metodo educativo dell'istituto scolastico in questione" perchè l'indagine riguarda un fatto e non un metodo e mira ad analizzare "la procedura e i tempi adottati per chiarire in ambito scolastico la vicenda della sigaretta che ha portato al gesto" (da Repubblica.it).

In che modo - da oggi - si sarebbe ristretto il campo d'azione degli educatori?

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