domenica 11 maggio 2008

Divieto di mendicare

Copio, incollo e medito.

Vanity Fair
30 aprile 2008
Sotto al cielo devoto di Assisi, davanti alla pregevole basilica del povero Francesco, nessun povero potrà piu’ chiedere l’elemosina. Via i mendicanti dalla scalinata, dalla piazza, “dalle adiacenze del luogo di culto”, come recita l’editto del sindaco Claudio Ricci, Forza Italia, che se ne frega del corto circuito appena innescato. Anzi lo rivendica. Dice l’editto: “E’ fatto divieto mendicare nei luoghi pubblici a meno di 500 metri da chiese, luoghi di culto, monumenti, piazze, edifici pubblici”. E’ altresì vietato “sdraiarsi o sedersi a terra in prossimità dei luoghi di culto, monumenti, piazze, e edifici pubblici”.

In uno dei capitoli dei Karamazov, Gesù torna davvero sulla Terra e il capo della Santa Inquisizione si affretta a farlo arrestare per metterlo sotto processo. E’ il capitolo più bello e più profondo del grande romanzo di Dostoevskij. Ma evidentemente anche il meno letto, il meno istruttivo, di questi tempi.

Se Francesco tornasse nei prossimi giorni a Assisi - dove in nome dei poveri e persino della carità ha fondato non solo la sua congregazione, ma anche la sua santità - di sicuro verrebbe circondato e allontanato dai vigili urbani. In quanto nomade incorrerebbe in parecchie altre sanzioni comunali. E sarebbe il signor sindaco in persona a cacciarlo dalla città. Per non disturbare il decoro, si capisce. Il flusso dei fedeli. E il santo commercio di ogni rosario, candela, centrotavola, lumino, immaginetta, soprammobile, acquasantiera, sciarpa, maglietta, cappello dove il Santo parla con gli uccelli, accoglie i lupi. E persino i mendicanti.

Che proprio Assisi li voglia cacciare è qualcosa di più della classica notizia dell’uomo che morde il cane. E’ peggio. E’ l’uomo che morde l’uomo.

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