sabato 7 settembre 2013

Le mutilazioni genitali femminili

Più di 125 milioni di donne nel mondo sono state sottoposte a mutilazioni genitali femminili e nei prossimi dieci anni 30 milioni di bambine rischiano ancora di subire questa pratica. Lo dice il rapporto ”Female Genital Mutilation/Cutting: A statistical overview and exploration of the dynamics of change”, elaborato dall'UNICEF e pubblicato alla fine di luglio.

 Tuttavia la ricerca rivela che rispetto a 30 anni fa le bambine hanno meno probabilità di essere sottoposte a mutilazioni, e che il sostegno alla pratica è in declino, anche nei paesi dove è ancora largamente diffusa, come l'Egitto e il Sudan.

Ma il problema riguarda da vicino anche l'Europa perchè - nonostante queste pratiche siano crudeli, pericolose e illegali - sono ancora molte le famiglie migranti che decidono ancora di sottoporvi le proprie figlie. Recentemente la Regione Emilia Romagna ha condotto un'indagine sull'argomento, con una serie di interviste alle donne migranti. Sul comunicato stampa che ne riassume i risultati si legge: "Dalla ricerca emerge chiaramente che nessuna tra le donne straniere intervistate, residenti in Italia da almeno 5 anni, proporrebbe oggi la mutilazione genitale alle proprie figlie". In Emilia Romagna però abitano comunità provenienti dall'Egitto, dal Senegal e dalla Nigeria dove il problema è ancora ben radicato.

A Zarathustra ne abbiamo parlato con Alvilda Jablonko, responsabile del programma per la lotta alle MGF dell'associazione Non c'è pace senza giustizia (No peace without justice).

Ascolta la puntata andata in onda sabato 7 settembre alle 18,05, su Radio Italia anni '60 - Emilia Romagna.

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