Teste di capretto e proiettili recapitati alle vittime delle loro minacce erano i ferri del mestiere di un gruppo di calabresi ritenuto vicino alla 'ndrangheta, che è stato smantellato dalla guardia di finanza con l'operazione "Teseo". Tre persone sono state arrestate, dodici denunciate con accuse che variano da associazione a delinquere, turbativa d'asta, incendio ed estorsione.
A capo del sodalizio è considerato Rocco Antonio Baglio, soggiornante obbligato originario di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, con diversi precedenti anche per estorsione e detenzione di armi da guerra.
Il gruppo, come ricostruito dalle Fiamme Gialle, negli ultimi anni avrebbe agito riuscendo a ottenere appalti per oltre 2,7 milioni di euro dal Comune o attraverso una società partecipata.
Tutto questo sarebbe avvenuto a Serramazzoni, sull'Appennino modenese.
Le indagini hanno preso spunto da quelle che hanno già portato ad indagare l'ex sindaco Luigi Ralenti e il suo successore, Sabina Fornari, eletto in maggio e dimessosi a luglio dopo che erano emerse le presunte irregolarità nell'assegnazione di lavori pubblici. L'ex capo dell'ufficio tecnico, Tagliazucchi, era stato arrestato dalla finanza dopo aver ricevuto un acconto di una tangente da un imprenditore ed è tornato in libertà a fine settembre.
A Zarathustra ne abbiamo parlato con chi fra i primi ha cominciato a scrivere di quanto stava accadendo a Serra, Stefano Santachiara, collaboratore del Fatto Quotidiano.
Ascolta la puntata andata in onda sabato 27 ottobre alle 18,05, su Radio Italia anni '60 - Emilia Romagna.
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